Questo ci ha portato a creare la giornata del 28 giugno per la Romagna.
È passato un mese da quel giorno, il giorno in cui a modo nostro abbiamo voluto fare la differenza.
Ma come è iniziato tutto? Che cosa abbiamo fatto esattamente?
Sapevamo che qualcosa doveva essere fatto. Sapevamo che sarebbe stato difficile, ma questo non ci ha fermati.
Ciò che stava succedendo era qualcosa che nessuno poteva controllare, ma questo non significa che non potevamo fare un tentativo, per cambiare la situazione.
Quello che leggerai non è per farci più grandi o migliori. Quello che vedrai scritto in questo modo è solo un modo per far capire che nel nostro piccolo, tutti possiamo fare la differenza, far sentire la propria presenza a chi sta soffrendo in questo momento.
Questo è quello che abbiamo fatto noi, per essere più vicini alla Romagna.
Sembrava un giorno come tanti, eppure, per molte persone non è stato così.
Il 16 maggio una parte della Romagna è stata travolta da un’alluvione e ha continuato fino al 17 maggio, portando caos, disperazione e distruzione. Alcuni di noi seguivano la vicenda dalla televisione, mentre altri la stavano vivendo.
E c’era una sola cosa che ci accomunava in quel momento: il non poter fare niente.
Chi guardava la televisione, in quel momento, poteva solo guardare, chi lo stava vivendo, poteva solo sopravvivere.
E poi, il 18 maggio, era tutto finito.
Guardavamo tutti quello che era successo, con dispiacere, con rabbia, con delusione, e una piccola fiamma… di speranza.
Si perché quel giorno, l’Italia si era di nuovo unita per un grande progetto:
Aiutare la Romagna.
Molti volontari si sono recati sul posto per essere d’aiuto in un momento tanto difficile.
E anche noi volevamo essere d’aiuto.
La nascita di un’idea per stare vicini alla Romagna
Ed è così che un giorno decidemmo di essere anche noi dei volontari, e volevamo recarci sul posto.
C’era solo un problema: l’unico giorno in cui potevamo andare tutti insieme come team, l’ente volontario non aveva disponibilità per accoglierci.
Ma questo non ci ha fermati. Anzi, abbiamo cercato un metodo alternativo per fare nel nostro piccolo la differenza.
Ci siamo chiesti:
“Cosa possiamo fare per aiutare altre persone?”
“Come possiamo mettere in gioco?”
E in quel momento ci venne l’idea:
creare una giornata in cui poter raccogliere più soldi possibili da donare alla Caritas di Faenza.
Ed era perfetto, perché mettevamo in gioco le nostre capacità, perché le nostre competenze avrebbero aiutato e allo stesso tempo avremmo coinvolto altre persone nel nostra azione. E tutti avrebbero beneficiato di questa giornata.
L’idea è stata quella di aprire il nostro salone al pubblico senza appuntamento, fare pieghe a chi si presentasse e non imporre un prezzo. Ciò che i clienti dovevano fare era lasciare un’offerta che partisse dai 30 euro in su.
Anche tra noi parrucchieri ci siamo fatti delle pieghe, contribuendo alla raccolta.
Ed è così che il 28 giugno il nostro salone è diventato un luogo dove unirci per uno scopo più grande: quello di raccogliere fondi per permettere a qualcuno di ricominciare.
E ci siamo riusciti!
Abbiamo raccolto fondi, abbiamo sorriso e abbiamo aggiunto un po ‘di speranza a nostro modo.
Ciò che ci ha emozionato di più è stato il potersi sentire utile per chi in questo momento aveva bisogno di una mano.
Purtroppo spesso le cose non vanno come si vorrebbe, e avere qualcuno su cui contare e ciò che può aiutarti a rialzarti. Nel nostro piccolo abbiamo fatto ciò che ci sembrava giusto e soprattutto abbiamo voluto essere qualcuno su cui poter contare. In fondo, se tutti tendiamo la mano all’altro, il mondo sarebbe un po’ più bello!
Il team Vogue parrucchieri